Oggi vi riporto una lettera che ho scritto un po’ di tempo fa a una persona che il giorno prima mi ha regalato un anello e il giorno dopo non mi voleva più vedere. Il perché io non l’ho mai capito e a dire il vero l’ho chiesto soltanto una volta ma non ho mai ricevuto risposta. I dettagli non sono importanti, forse nemmeno interessanti e comunque somiglia alla storia di moltissime storie.
Non rimpiangete la vostra generosità e non accanitevi mai a cercare l’acqua nel deserto però cercate sempre di uscire dalle situazioni con dignità, perché quello sarà il vostro ricordo più bello quando sarete di nuovo liberi di guardare indietro e contenti di essere andati avanti. Ho provato ad essere simpatica, ho provato ad essere sincera, ho provato a non essere pesante, ho provato a non essere invadente. Oggi l’unica cosa che mi importa è sapere di averci provato. (E la vaga sensazione di aver avuto fortuna a non esserci pure riuscita).
Come iniziare una lettera per il tuo batticuore estivo il primo giorno d’autunno
Cara amica settembrina, sei caduta in uno di quei trappoloni dialettico-relazionali come un fico secco. Avresti tanto voluto esprimerti con la stessa eleganza persuasiva dell’Antonio di Shakespeare ma poi sei finita per sembrare più un rugbista al placcaggio che cerca di venderti l’ultima offerta della Wind. Bene, bravissima. Imparare a sbagliare meglio è comunque segno di progresso e poi è bene avere una certa profondità di repertorio.
Adesso ti chiedi se lasciare correre i fatti come fossero macchine rosse che hai contato sull’autostrada, oppure fare una foto al momento, chiedendo ai fatti di stringersi nella cornice di quello che mi piace chiamare lo spiegone.
Qui te ne propongo vari stili, se dovessi ritrovarti in uno di questi, sentiti libera di selezionarlo con una X, copiaincollarlo sulla tua bacheca, chiedere il parere di tua nonna oppure trascriverlo dietro la porta del bagno della tua discoteca preferita.
Telegrafico
informoti dispiacere nostra concordanza sbrindellata
Saluti
Musica di sottofondo:
Machissei
Machissei? Machevvoi? Mallevateva’.
MdS:
Hipster e fatalista
Ciao…, quello che è successo tra noi è solo un altro frammento che ci ricorda l’inevitabile insuccesso di ogni tentativo di relazione. Siamo esseri finiti costretti ad avere a che fare con l’infinito, quindi ogni definizione scioglie i cerberi messi a guardia del nostro sudatissimo cinismo, unico bene veramente e candidamente nero in un mondo altrimenti grigio e fumoso.
MdS: https://www.youtube.com/w
Psicorazionale
Ciao…, quello che è successo tra noi né più né meno di quello che doveva succedere tra due persone che non si conoscono ma si idealizzano perché non si possono vedere. Qualunque fantasma avessimo paura di incontrare, siamo stati abbastanza in gamba da evocarlo. Al clacson del primo semaforo, ci siamo svegliati e abbiamo pensato che sopravvivere a noi stessi nel mondo è già tre quarti del culo che dobbiamo farci, l’ultimo quarto meglio spenderlo con un bicchiere di vino.
MdS:
Kleenex sul comodino
Ciao …, quello che è successo tra noi non mi fa smettere di pensare all’ingiustizia di chi pare che se vole bene ma poi non sa che deve fa. Che esistenze aride in fin dei conti, non ci si può scoprire che subito vieni menato. Le parti tenerelle andrebbero messe sotto naftalina come i capotti, non stiamo al festival del cioccolato, questa è la giungla baby, se ti guardo negli occhi è solo per sapere se spari per primo.
MdS:
Telenovela
Hola…,Paquito me duele la cabeza de lo que estoy aturdida de lo que fue. Hablè con Dolores y ella hablò con Angustias y con Soledad.
Seguimos hablando y llegò también Decepciòn. Hemos hablado todo el dìa. No hemos llegado a nada.
MdS:
Cane arrabbiato
Ciao il cazzo, quello che è successo tra noi è di una banalità disarmante. Le tende di mia nonna in cantina sanno più di fresco che questa ennesima sveltina del cuore. Questo vorrei pure ma sai…mi fa pensare più a Verdone con la voce nasale che dice ravanelli, piselli e patate che ai grandi idoli con la nevrosi. Anzi, toccherebbe ad un certo punto stare attenti a chi ci scegliamo come idolo, che poi diventiamo la caricatura di qualcuno che fa la caricatura di se stesso. (Mi sento tutto un Nanni Moretti nevrotico dentro, n.d.r) Se la fine dell’estate (Forse ti volevo solo perché era estate e che palle quello de I Giornalisti, n.d.r.) non vuole dire niente, tranne meno sudore, allora perché criticare il melodramma e poi fare una puntata da soap di Retecapri? Il limite dello struggimento è un muro fatto di noia.
MdS:
Stile libero X
Ciao…, quello che è successo tra me e te ma che ne so.
Muoio dalla voglia di dire scusa, dire che rispetto tutto, capisco tutto e sono buonissima. No. Sono pazza, cambio idea su tutto ogni cinque minuti. Ero confusa quando ti ho conosciuto, ero confusa prima e domani farò errori peggio di quelli che ho fatto ieri, dico dico ma sono la prima che scappa, lasciando che il tempo annacqui le cose.
A sto punto mi sa voglio anche io l’analista e poter dire “il mio analista ha detto che” quand’è il mio turno nel giro di racconti tra amici.
Non so nemmeno perché sto scrivendo tutte queste fregnacce quando invece vorrei passare sei mesi in Groenlandia a meditare sul senso di vattelapesca.
Io non ho illuminazioni né spiegoni da fare. Vorrei saper dire mi manchi e basta ma ho un brutto rapporto con le cose semplici.
Sto qui per l’unica vera nostalgia che può capitare anche a me, quella di avere delle cose da dire che però direi a te.
Cose piccole, come chissà se quelli che la domenica mattina corrono, ai semafori si fermano o continuano sul posto e se le femministe che vanno ai corsi di ceramica fanno anche la spesa oppure hanno un orto verticale nel box doccia. Cose che c’erano prima e ci saranno dopo, negli oceani dei ciao come stai, se non ricordo male ti piacciono i gatti, posso invitarti per un caffè?
Prima ci inciampo sugli scalini (sono un po’ goffa, n.d.r.) ma credo che la mia natura sia quella di sedermici e commentare il mondo vicino al ginocchio di qualcuno con cui posso stare anche zitta. O magari questa è la natura del mondo e io non me ne accorgo.
Se un giorno usciamo da questo autolavaggio mi piacerebbe incontrarti ancora dall’altra parte perché mi hai fatto ridere come se fossi felice.
MdS: —
O.